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Un’auto elettrica contro il caro benzina

Per la prima volta a spingere in alto la propensione all’acquisto di vetture BEV (Battery Electric Vehicle) è la volontà di risparmiare quando si fa rifornimento. Ma nella sostanza sono pochi gli italiani pronti a mettersi alla guida di questi mezzi. Tutte le contraddizioni di questo mercato nei dati dell’ultima survey di EY

Un occhio al portafoglio più che alla sostenibilità. Per il 40% degli italiani intervistati il principale motivo che li spingerebbe ad acquistare una vettura totalmente elettrica è rappresentato dall’elevato costo dei carburanti fossili. L’attenzione all’ambiente si è fermata al secondo posto con il 38%.

È la prima volta che accade da quando il colosso della consulenza EY ha iniziato a realizzare il Mobility Consumer Index, lo studio annuale condotto su 20 Paesi, inclusa l’Italia, con oltre 15 mila intervistati.

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EY Mobility Consumer Index 2022 e 2023
EY Mobility Consumer Index 2023
UNA SCELTA OBBLIGATA PER GLI ITALIANI

Il report ha messo in evidenza un profondo cambiamento dello stile di mobilità degli italiani. Rispetto alle rilevazioni del 2022, infatti, soltanto il 14% dei nostri concittadini ha dichiarato di lavorare da remoto per più di 3-4 giorni alla settimana. Questa percentuale, appena un anno fa, era del 20%. Si torna quindi sempre più spesso in ufficio e la conseguenza principale è stata l’aumento dell’uso del mezzo privato, catapultato in alto del 10% (scelta prediletta dall’81% degli intervistati).

Contemporaneamente sono invece diminuite le percentuali relative all’uso di altre opzioni di mobilità urbana, a cominciare dai mezzi pubblici (-11%). Tram, metro e bus, sono usati soltanto dal 29% degli intervistati contro una media globale del 41%. Segno negativo anche davanti alle soluzioni in condivisione (-10%) e al car sharing/noleggio (-6%).

Anche la micromobilità (biciclette e monopattini) ha fatto segnare una battuta d’arresto dopo gli exploit degli ultimi tempi (-3%) pur attestandosi a un 25%. Cresce invece l’uso delle due ruote a motore (+5%).
ELETTRICO VS CARO CARBURANTI

Non c’è da stupirsi quindi se gli italiani, costretti a usare il proprio mezzo a motore per recarsi al lavoro, vista la scarsa efficienza del traposto pubblico in molti centri, abbiano iniziato a valutare soluzioni alternative alle motorizzazioni tradizionali.

Ma una cosa è la propensione all’acquisto, un’altra invece è la concreta decisione di mettersi in garage un veicolo elettrico o ibrido. Il desiderio, infatti, per molti rimane un sogno.

Nel 2023 il 70% degli italiani (contro il 73% dell’anno scorso) ha dichiarato la volontà di acquistare nei prossimi 24 mesi un veicolo a basso impatto ambientale (elettrico, ibrido o ibrido ricaricabile). Un valore che ci pone al secondo posto dietro i cinesi (75%). La media di tutti i Paesi presi in considerazione è del 55%. Si tratta di numeri in netta contraddizione con quelli registrati dal mercato casalingo che, continua EY, ha fatto registrare a gennaio di quest’anno un poco esaltante 3,9% di quota di vendita di vetture elettriche.

LA SCARSA FIDUCIA NELLA RETE DI RICARICA

L’ostacolo principale resta sempre il prezzo di acquisto che però oggi è considerato meno importante, complici gli incentivi varati dal governo: scende infatti al 42% contro il 60% di due anni fa (e anche questa è una novità rispetto al passato). A spaventare gli italiani è, quasi allo stesso modo (40% dei rispondenti) la percezione di una scarsa efficienza della rete di ricarica sia in termini di capillarità, sia di velocità di rifornimento.

EY Mobility Consumer Index 2023

In sostanza l’ansia da autonomia è persistente, tanto che il 30% ha indicato al terzo posto proprio il limitato “raggio di azione” di questi veicoli rispetto a quelli a motore termico o ibrido come ostacolo al loro acquisto.

Su questo tema, Giovanni Passalacqua, Partner e Automotive Consulting Leader di EY in Italia, ha sottolineato come “nonostante i grandi passi avanti compiuti nell’ultimo anno, l’infrastruttura di ricarica e la customer experience rappresentano degli aspetti su cui accelerare: tra i fattori che hanno avuto maggior impatto nell’esperienza di ricarica, per il 44% degli intervistati nel Paese primeggiano i tempi di attesa troppo lunghi, conseguenza della scarsa presenza di colonnine fast, e per il 39% i punti di ricarica poco funzionanti o difficili da trovare. Il tema della customer experience interessa l’ecosistema elettrico di tutti i Paesi. Per questo è necessaria la collaborazione degli attori coinvolti nella filiera per rispondere alle attuali e future esigenze dei consumatori e del mercato”.

LE COLONNINE AUMENTANO MA NON BASTA

In attesa che anche il mercato dia risposte positive sul fronte delle immatricolazioni di vetture elettriche, EY ha segnalato lo sforzo compiuto in Italia per potenziare le infrastrutture di ricarica: oggi si contano circa oltre 45 mila punti di rifornimento elettrico, in aumento del 47% rispetto giugno 2022. Una buona parte di questi nuovi dispositivi sono fast e super fast, ovvero garantiscono tempi ridotti di ricarica, ma ancora molto resta da fare soprattutto sulle reti extraurbane e sulle autostrade.